Quando i profumi per la persona e la casa ci fanno ammalare

Le fragranze possono causare danni alla salute, inoltre sono tutelate dal segreto industriale, quindi l'etichetta dei prodotti non contiene tutti i composti. E ogni anno vengono prodotte nuove sostanze senza adeguata valutazione del possibile impatto. Donatella Stocchi, terapista della riabilitazione: “Ci sono persone che si ammalano per una esposizione acuta e altri che si ammalano per una esposizione cronica. La verità è che la chimica è andata così avanti che il corpo umano non è riuscito a stare al passo”

 

di Elisabetta Ambrosi

28 febbraio 2023

 

Li consideriamo come qualcosa di positivo, che manda via i cattivi odori e rende più gradevole la nostra persona e la casa in cui viviamo. Ma in realtà, le profumazioni, così come tutte le fragranze aggiunte ai prodotti di uso comune, possono non solo non essere tollerate da alcuni organismi, ma addirittura causare danni alla salute. Delle conseguenze delle molestie causate da profumi si è occupata in particolare, e a lungo, la ricercatrice australiana Anne Steinemann, professoressa di Ingegneria Civile all’Università di Melbourne e alla James Cook University (Australia), che da anni conduce indagini scientifiche sulle cause e le conseguenze dell’esposizione a questi particolari inquinanti. Facendo studi su varie popolazioni, ha riscontrato che una persona su tre ha problemi di salute quando è esposta a profumi o prodotti profumati (confronta A. Steinemann, International Prevalence of Fragrance Sensitivity pubblicato su Air Quality, Atmosphere & Health; e, della stessa autrice, The fragranced products phenomenon: air quality and health, science and policy, pubblicato sulla stessa rivista nel 2021).

 

Dalla cefalea all’asma, tutti i disturbi che le profumazioni potrebbero causare

“Come spiega bene Anne Steinemann, fragranze e profumi possono provocare problemi respiratori (compresi attacchi d’asma), sintomi delle mucose, cefalea, manifestazioni dermatologiche, effetti neurologici, disturbi cognitivi, sintomi gastrointestinali, problemi cardiovascolari e disfunzioni del sistema immunitario, tutte patologie che possono essere fonti di invalidità”, spiega Donatella Stocchi, una terapista della riabilitazione, che ha sviluppato una Sensibilità Chimica Multipla estrema (Multiple Chemical Sensitivity – M.C.S.), una delle patologie che può essere anche causata da un uso intensivo da profumazioni, e con essa gravi poliallergie, tra cui quella alle fragranze e ai profumi, oltre alla “multiple drug intolerance syndrome (MDAS)” e malattie autoimmuni. “Inoltre”, continua Stocchi, “ci sono sottopopolazioni particolarmente vulnerabili alle fragranze, come chi soffre di mal di testa, asma, autismo, iperosmia, allergia alle fragranze, oltre alla già citata sensibilizzazione chimica (confronta sempre Anne Steinemann, International prevalence of chemical sensitivity, co-prevalences with asthma and autism, and affects from fragranced consumer products, pubblicato su Air Quality, Atmosphere & Health nel 2019)”. Infine, i composti delle fragranze possono contenere ftalati, distruttori endocrini che alterano la segnalazione ormonale, e potrebbero favorire alcuni tipi di tumore, l’ovaio policistico, danni al fegato, problemi riproduttivi e transgender (confronta Seema Patel, Fragrance compounds: The Wolves in sheep’s clothings, pubblicato su Med Hypotheses nel 2017).

I prodotti di uso comune che contengono profumi e fragranze rilasciano dei composti organici volatili non metanici (COVNM), che non sono inquinanti primari, ma generano inquinanti secondari come la formaldeide, acetaldeide, e contribuiscono alla formazione di ozono e particolato. “Lei pensi alle categorie professionali più esposte, gli estetisti, i parrucchieri, gli infermieri, chi lavora con gli anziani. Ma si lamentano per le molestie olfattive da profumazione quelli che abitano accanto a supermercati e lavanderie o isole ecologiche”, spiega Stocchi. I modi di ammalarsi sono diversi. “Ci sono persone che ad un certo punto si ammalano per una esposizione acuta, la goccia che fa traboccare il vaso, e altri che si ammalano per una esposizione cronica. La verità è che la chimica è andata così avanti che il corpo umano non è riuscito a stare al passo”.

 

I contenuti dei profumi? Ancora oggi segreti

Ma c’è un ulteriore problema relativo a fragranze e profumi: sono tutelate grazie alla disciplina dei segreti industriali, ovvero non c’è obbligo di dichiarare in etichetta tutte le sostanze chimiche che compongono una fragranza, in nessun paese: infatti una fragranza o un profumo può contenere un cocktail chimico che può essere composto da dozzine o centinaia di ingredienti non divulgati (oltre l’alcol come vettore) e ogni anno vengono prodotte nuove sostanze e immesse sul mercato senza adeguata valutazione, aggiunte ai prodotti di uso comune per la persona, la pulizia della casa e la detergenza del bucato. L’unico obbligo, secondo la legislazione europea, è quello di dichiarare in etichetta se i prodotti contengono alcune sostanze che fanno parte della lista degli allergeni, ma solo oltre una certa misura. “Purtroppo”, spiega Stocchi, “Il settore industriale delle Fragranze e Aromi, che fa capo all’IFRA (Associazione Internazionale delle Fragranze) e IOFI (International Organization of Flavor Industry), di fatto si autoregolamentano, rendendo difficile per i consumatori sapere cos’è davvero dentro a un prodotto profumato. Dal suo canto, L’Associazione Internazionale delle Fragranze (IFRA) avvisa che i prodotti profumati possono essere usati in quantità tale solo da essere percepiti alla distanza di un braccio. È un’assurdità, visto che quando le persone usano prodotti profumati escono di casa producono una scia chimica personale che va ad aumentare l’inquinamento esterno. E i profumi si spandono nell’aria fino a un chilometro dalla fonte” (confronta McDonald et al., Volatile chemical products emerging as largest petrochemical source of urban organic emissions, pubblicato su Science nel 2018).

 

Una malattia non riconosciuta

Come se non bastasse, queste malattie ambientali legate e aggravate da profumazioni eccessive, come la sensibilità chimica multipla, sono davvero misconosciute. Alcune regioni italiane, tra cui Abruzzo, Toscana, Emilia Romagna e Lazio, l’avevano inserita tra le malattie rare, poi hanno fatto marcia indietro. “Purtroppo, il fatto che la malattia non sia riconosciuta a livello nazionale”, continua Donatella Stocchi, “ci impedisce di fare cause legali e quindi di avere risarcimenti. In Italia la medicina ambientale è una disciplina negletta, poi se per caso sei stato un fumatore nessuno ti prenderà sul serio. Io sono stati riconosciuta disabile non per la sensibilità Chimica Multipla, ma per somma di altre patologie”.

 

Ma allora che cosa si può fare?

Alcuni comportamenti possono essere d’aiuto. Ad esempio, è fondamentale leggere le etichette sui prodotti e quando non sono disponibili ricercare in internet l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e poi prediligere quelli, ad esempio per il bucato o pulizia, senza profumazioni. È necessario controllare bene l’etichetta anche se c’è scritto “inodore” o “non profumato” perché potrebbero contenere fragranze. Altra misura utile è aprire la finestra invece di utilizzare deodoranti per la casa, che tra l’altro peggiorano la qualità dell’aria (cfr A.A.V.V., Evaluating air quality with and without air fresheners, pubblicato su Air Quality, Atmosphere & Health, nel 2019). Altre misure sono contenute in un opuscolo dell’Istituto Superiore di Sanità, dove si precisa che il “pulito non ha odore” e consiglia di non eccedere con prodotti profumati, incensi, candele e soprattutto prodotti aggressivi come candeggina e acido muriatico.

 

Purtroppo, però, l’unica vera “cura” per chi è malato è appunto, l’evitamento, che significa smettere di lavorare, o quando possibile fare lo smartworking, costruirsi una casa in base alle proprie sensibilità, una macchina su misura. Chi soffre di questa patologia, di fatto, fa fatica ad entrare in qualsiasi posto. “Pensi”, racconta Stocchi, “che io non posso prendere un’autoambulanza e se devo fare una visita il personale deve bonificare tutto il percorso. Una volta addirittura mi hanno visitato in giardino”. Per tutti gli altri, quelli non (ancora) sensibili o malati è fortemente suggerito evitare di indossare profumi. Per tutelare la salute degli altri ma anche la propria.


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Quando i profumi per la persona e la casa ci fanno ammalare
Articolo di di Elisabetta Ambrosi pubblicato il 28 febbraio 2023 su "Il Fatto Quotidiano"
intervista a Donatella Stocchi
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