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"Internet delle cose" anche per la spazzatura?

Che l’Internet delle Cose, Internet of Things (IoT), andasse oltre i semplici dispositivi interconnessi fra loro l’avevamo capito, ma forse non avevamo ancora ben compreso il suo sviluppo. Infatti, come si legge nel web, nei siti dedicati, Internet of Things estende agli oggetti del mondo reale la capacità di raccogliere, elaborare e scambiare dati in rete con azioni tipiche dei computer, e permette di migliorare monitoraggio, controllo e automazione.
L'Internet delle cose beneficia degli sviluppi nei campi dell'elettronica e della comunicazione wireless. I settori più interessati da applicazioni di IoT sono la Smart Home, lo Smart Building, la Smart City e la Smart Mobility, ma anche, e da molto tempo, lo Smart Manufacturing. Parole ormai di uso comune. Ma che questa tecnologia potesse estendersi anche al servizio dei rifiuti urbani, fin qui proprio non ci eravamo arrivati.

Lo scopriamo, almeno noi, da un articolo apparso il 09/08/2021 sulla rivista online OrticaWeb: “ Cerveteri-Non raccolgono i rifiuti ad un disabile e gli intimano sanzioni”.

A cui abbiamo risposto con una lettera indirizzata agli amministratori della città, per far si che si prenda coscienza del problema. 


E allora cerchiamo di capire cosa è successo: un disabile ambientale viene privato di un servizio essenziale come la raccolta dei rifiuti; la persona di cui si fa riferimento è affetta da una patologia che la rende sensibile ai campi elettromagnetici, tanto da non possedere un cellulare, oggetto ormai di utilizzo comune. Ma perché? Qual è il nesso? Presto detto: la raccolta dei rifiuti nel suo Comune di residenza avviene con l’utilizzo della nuova tecnologia RFID. 

Cosa significa RFID? Il web ci dice che, l' acronimo inglese di Radio Frequency Identification, l'RFID è la tecnologia di identificazione automatica basata sulla propagazione nell'aria di onde elettromagnetiche, consentendo la rilevazione univoca, automatica (hand free), massiva e a distanza di oggetti, animali e persone sia statici che in movimento.
All'oggetto che deve essere riconosciuto è accoppiato un trasponder (Tag) in grado di comunicare via radio le informazioni richieste da un apposito Reader. Il transponder capta la RF con la propria antenna, ricavando l'energia sufficiente per autoalimentarsi ed inviare al ricetrasmettitore attraverso una modulazione del segnale in RF, i dati contenuti nella sua memoria. Ricapitolando è un sistema di comunicazione wireless a radiofrequenza dove il lettore, una volta entrato nel range operativo, rileva il tag e lo interroga, quest’ultimo risponde trasmettendo al lettore i dati contenuti nella memoria (solitamente informazioni sul prodotto su cui è applicato). Il fine è quello di ottenere dati che, una volta elaborati da sistemi di gestione, sono in grado di restituire informazioni e analisi in merito alla tracciabilità, alle scorte in magazzino e alla pianificazione aziendale. Nel caso della raccolta dei rifiuti, la tracciabilità dei rifiuti, in sacchetti, mastelli o contenitori carrellabili, trova nell’RFID lo strumento tecnologico per una gestione ideale: identificazione fissa e mobile, dati esatti raccolti in automatico per il calcolo della tariffa precisa che dovrà versare il contribuente, uno stimolo a comportamenti virtuosi degli utenti e rapidità nelle operazioni di prelievo, sono i plus distintivi che rendono smart la gestione dei rifiuti. Alcuni Comuni stanno adottando questa nuova tecnologia informando la popolazione attraverso depliant e video esplicativi in cui si parla di quattro fasi:


  • 1a fase: registrazione degli utenti nel database, consegna dei contenitori per la raccolta    dei   rifiuti,    scansione codice con ID Personale (codice identificativo);
  • 2a fase: programmazione e tracciamento in tempo reale del percorso e dello stato del mezzo del servizio di raccolta; connessione sacchetto/RFID/antenna posizionata sul mezzo – segnalatore ricezione dati RFI;
  • 3a fase: ritorno in sede dell’automezzo che invia alla sede i dati degli svuotamenti effettuati;
  • 4a fase: fatturazione utenti attraverso l’elaborazione personale della bolletta in base al reale consumo e con dettaglio degli svuotamenti effettuati. 

Infatti l’RFID, con la sua capacità di tracciare in modo automatico e massivo i contenitori dei rifiuti, è la “porta tecnologica” per accedere ad un sistema di calcolo della tassa sui rifiuti più preciso ed equo (Tariffa Puntuale), basato sul numero effettivo dei ritiri di rifiuti: così facendo, l’utente è più incentivato a selezionare i diversi tipi di materiali (es. carta, vetro, metallo, plastica, non-riciclabile), in modo da ridurre al minimo la quantità dei rifiuti residui da smaltire e, quindi, contenere anche la relativa tassazione, il tutto a basso costo di personale per l’ente preposto al servizio di raccolta dei rifiuti, igiene urbana ed ambiente.

Se da una parte questo sistema potrebbe permettere un calcolo migliore e preciso sui reali consumi e una semplificazione nella gestione del servizio, dall’altra questa nuova tecnologia si va a sommare a tutte le nuove tecnologie che irradieranno il nostro pianeta al punto tale che non esisteranno più zone bianche cioè prive di onde elettromagnetiche .
Tutto ciò pone diversi interrogativi.

La tutela dei lavoratori per questo carico di onde elettromagnetiche dove sta?
Infatti in alcuni casi si opera in modalità “mani libere” dotando l’operatore che effettua la raccolta, di un rilevatore indossato al polso.

E la tutela delle persone ipersensibili alle onde elettromagnetiche dove sta? 

Certo, alla luce dell’ultima sentenza storica del 2021, pronunciata dalla Corte d’Appello degli Stati Uniti per il distretto della Columbia sull’inadeguatezza delle linee guida del wireless, tutto questo appare come un paradosso.

Eppure già nel 1985, lo scrittore Don DeLillo, lo scriveva nel suo romanzo White Noise - Rumore Bianco : "il vero problema è il tipo di radiazione che ci circonda ogni giorno. Radio, TV, forno a microonde, fili elettrici appena fuori della porta di casa, trappole radar anti velocità sulle autostrade. Sono anni che ci dicono che in piccole dosi non farebbero niente... ".


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