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Cosa provoca l'intolleranza chimica? Risultati di un'ampia indagine demografica sugli adulti statunitensi


Una premessa, in estrema sintesi, occorre fare prima di iniziare la lettura di questo recente studio della Prof. Claudia Miller dell'Health Science Center dell'Università del Texas a San Antonio e suoi colleghi, sulle motivazioni che l'hanno indotta a modificare la definizione di MCS, che la studiosa ormai da anni, ha sostituito con TILT. Infatti in tutto il mondo questa condizione ha assunto nel tempo nomi diversi: Sensibilità Chimica Multipla (MCS), Intolleranza Ambientale Idiopatica (IEI), Malattia Ambientale (EI) e altri. Alcuni di questi, purtroppo, sono stati spesso considerati disturbi psicosomatici, in particolare la Sensibilità Chimica Multipla (MCS). Al contrario, TILT “Toxicant-Induced Loss of Tolerance” ossia "Perdita di tolleranza indotta da sostanze tossiche", secondo la Miller, sollecita ad esplorare ed indicare i potenziali fattori scatenanti. 

Buona lettura


L'iceberg raffigura il processo in due fasi alla base della perdita di tolleranza indotta da sostanze tossiche (TILT).

Immagine UT Health San Antonio


Abstract

Premessa

Le osservazioni, condotte in tutto il mondo, della malattia denominata TILT (Toxicant-Induced Loss of Tolerance) indicano una teoria di sviluppo in due fasi:

  • Fase I, inizio a causa di un'esposizione acuta ad alto livello o da ripetute esposizioni a sostanze chimiche di livello inferiore,
  • seguita dalla Fase II, con innesco di sintomi multisistemici da parte di inalanti chimici, alimenti/additivi alimentari e farmaci precedentemente tollerati e strutturalmente diversi.

Fino a poco tempo fa, non era noto alcun meccanismo biologico che potesse spiegare queste osservazioni. Nel 2021 abbiamo pubblicato un biomeccanismo in due stadi plausibile e individuabile per la TILT e che coinvolge i mastociti:

  • Fase I, inizio tramite sensibilizzazione dei mastociti;
  • Fase II, innesco della degranulazione dei mastociti da parte di esposizioni precedentemente tollerate, con conseguente rilascio di migliaia di mediatori, tra cui istamina e una serie di molecole infiammatorie. L'obiettivo di questo studio è stato quello di identificare i comuni fattori scatenanti della TILT.

Metodi

Un campione randomizzato e basato sulla popolazione di 10.981 adulti statunitensi ha risposto ad un sondaggio che comprendeva articoli riguardanti diagnosi mediche, esposizioni personali, uso di antibiotici e diversi possibili attivatori di intolleranza chimica (CI). La CI è stata valutata utilizzando il Quick Environmental Exposure and Sensitivity Inventory (QEESI), validato a livello internazionale. Ai partecipanti identificati come intolleranti chimici è stato chiesto di ricordare quando sono iniziate le loro intolleranze e cosa ritenevano avesse dato inizio alla loro condizione.

Risultati

Il 20% ha soddisfatto i criteri QEESI relativi alla TILT, circa la metà dei quali ha identificato una o più esposizioni iniziali. Gli agenti scatenanti, in ordine di frequenza, sono stati muffa (15,6%), pesticidi (11,5%), ristrutturazioni/nuove costruzioni (10,7%), procedure medico-chirurgiche (11,3%), incendi/prodotti di combustione (6,4%) e impianti (1,6%). L'uso prolungato di antibiotici per infezioni alla prostata, alla pelle, alle tonsille, al tratto gastrointestinale e ai seni paranasali è stato fortemente associato a TILT/CI (OR > 2).


Discussione

I partecipanti hanno identificato due ampie classi di attivatori di TILT:

  1. tossici derivati da combustibili fossili (cioè da carbone, petrolio, gas naturale), i loro prodotti di combustione e/o derivati chimici organici sintetici, ad esempio pesticidi, impianti, farmaci/antibiotici, composti organici volatili (COV); e
  2. tossici biogeni, ad esempio particelle e COV da muffe o fioriture algali. Un paziente su quattro nell'ambito dell'assistenza primaria soffre di sintomi inspiegabili dal punto di vista medico (MUS). I medici di base, di neurologia, psichiatria, psicologia, medicina del lavoro e allergia/immunologia farebbero bene a includere la TILT nella diagnosi differenziale dei pazienti con i cosiddetti MUS. Poiché il 20% degli adulti statunitensi soddisfa i criteri QEESI per l'IC, il ruolo delle esposizioni contemporanee nell'innescare ed esacerbare queste condizioni attraverso i mastociti richiede la nostra immediata attenzione. È necessario adottare politiche e pratiche che riducano le esposizioni iniziali e i fattori scatenanti onnipresenti e spesso inevitabili, come i prodotti profumati per la cura della persona, per la pulizia e per il bucato, nelle abitazioni con più occupanti, nei luoghi di lavoro, negli ambienti medici, nelle scuole, nei luoghi di culto e in tutti gli edifici pubblici, in pratica ovunque si condivida l'aria.
    I combustibili fossili stanno aggredendo gli esseri umani e le altre specie animali sia dall'interno, attraverso la sensibilizzazione dei mastociti, sia dall'esterno, attraverso il cambiamento climatico.

Conclusioni

Utilizzando il QEESI, validato a livello internazionale, in un'indagine condotta su oltre 10.000 adulti statunitensi, siamo stati in grado di documentare una prevalenza del 20% di CI, metà dei quali ha attribuito l'insorgenza della malattia ad un evento di esposizione iniziale o a eventi multipli. Anche una storia di cicli prolungati di antibiotici nel corso della vita è stata associata alla CI/TILT, così come l'uso specifico di antibiotici per la prostata, la pelle, le tonsille, il tratto gastrointestinale e i seni paranasali. Le esposizioni iniziali più frequentemente segnalate quali associate a CI/TILT sono state muffe, ristrutturazioni/nuove costruzioni, procedure mediche/chirurgiche e pesticidi, mentre i prodotti di combustione, gli impianti e altri sono stati segnalati con minore frequenza. Gli eventi iniziali con gli odds ratio più elevati comprendevano pesticidi, protesi mammarie, muffe e combustione, seguiti nell'ordine da ristrutturazioni/nuove costruzioni e procedure chirurgiche/mediche. Complessivamente, le donne tendevano a ottenere punteggi più alti nella QEESI rispetto agli uomini. Questo studio chiarisce i tipi di eventi espositivi che possono avviare la CI/TILT, fornendo così utili indicazioni su come le popolazioni, compresi i sottogruppi sensibili, possano evitare la TILT in futuro. Anche se alcune esposizioni, come le procedure medico-chirurgiche, possono essere difficili da evitare, la riduzione delle esposizioni a contaminanti legati all'uso di pesticidi, alle nuove costruzioni/ristrutturazioni e alle muffe è possibile e dovrebbe essere al centro degli sforzi per prevenire future CI/TILT. Il fatto che molti pazienti riferiscano casi di TILT iniziati da vari farmaci, impianti e procedure chirurgiche rende fondamentale uno screening di tutti i pazienti per la CI utilizzando il BREESI/QEESI e, quando possibile, che la suscettibilità individuale sia presa in considerazione prima di interventi medici o chirurgici.

Autori: Miller et al. Environmental Sciences Europe - Scienze Ambientali Europa

  • University of Texas Health Science Center, 7703 Floyd Curl Drive, San Antonio, TX, 78229, USA
    Claudia S. Miller, Raymond F. Palmer, Rodolfo Rincon & Roger B. Perales
  • Hayward Score, Carmel, CA, USA
    David Kattari, Carl Grimes & Dana R. Sundblad
  • Department of Environmental and Occupational Health, Program in Public Health, University of California- Irvine, Irvine, CA, USA
    Shahir Masri
  • Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA, USA
    Nicholas A. Ashford

l'intero studio è visionabile a questo link

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What initiates chemical intolerance? Findings from a large population-based survey of U.S. adults
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