Arriva un giorno e tutto cambia, ma non il mio sorriso


Un giorno ti rendi conto che ogni volta che apri un pennarello, la testa va in confusione e inizi ad eruttare. Poi è la volta dei giornali. Sei una lettrice accanita ma non puoi più leggere libri senza prima averli lasciati all’aria aperta per giorni. Stai camminando e ti vengono crisi respiratorie, poi ti accorgi che un tizio sta dipingendo la recinzione di casa; passi sotto una finestra e l’esalazione del detergente per pavimenti ti fa andare in pronto soccorso; incroci una persona con i panni freschi di ammorbidente e sbarelli.

Vai in un parco pensando di aver trovato la salvezza e invece incontri un bimbo che gioca con le bolle di sapone... sì, ma che sapone?! Ti allontani cercando di recuperare il respiro, ma ti passa accanto una persona che si sta lavando le mani con una salviettina imbevuta.

Vai a cavallo, ma devi smettere: gli insetticidi e gli antiparassitari che si usano ti fanno stare male; la tua situazione di salute è, intanto, peggiorata e sei piena di dolori a tendini e muscoli. Non riesci più a muovere le mani se non con dolori lancinanti, sei talmente contratta che non tieni la posizione eretta, hai infiammazioni ovunque.


Il tuo compagno scappa: «Non sopporto la malattia. Fossi in te mi sarei già suicidato.»  Tu non molli ma arriva il giorno che non riesci più a varcare la soglia dell’ufficio. Dopo trent’anni di lavoro, appena tenti di entrare nei locali della banca, finisci in codice rosso. Non si trovano soluzioni per te. I tuoi sintomi non sono “codificati”. Ti portano in rianimazione, ma ufficialmente tu non hai niente.


Sei a casa, stai male, devi togliere tutti i mobili, svuotare la libreria, cambiare abiti, gettare qualsiasi cosa sia rimasta impregnata da un minimo di profumo e sei senza stipendio, senza lavoro, senza pensione, senza sapere cosa ti sta succedendo.


Ti dicono che sei depressa anzi, nemmeno te lo dicono in faccia, ma si rivolgono al tuo accompagnatore senza considerarti perché tu “sei fuori di testa”. Poco importa se tu spieghi che ami il tuo lavoro e non lo vorresti lasciare; poco importa se tu hai appena avuto una promozione e vinto un viaggio premio per il lavoro svolto; poco importa se tutti i fatti dimostrano che sei equilibrata. Non sanno cos’hai quindi è più semplice darti della depressa.


Poi, quando meno te lo aspetti, arriva la diagnosi. Cercando su internet trovi il Centro Malattie Rare a Roma (Centro ormai chiuso da tempo purtroppo) e provi a fissare una visita. Non ci credi più, ma non ti rimane molto altro da fare. Finalmente trovi un Medico che dà una spiegazione a tutto quello che ti succede. Non sei più la “depressa” come ti volevano far credere: hai la MCS, la Sensibilità Chimica Multipla.


E scopri anche che ci sono altre persone con i tuoi stessi problemi. 

Ma intanto devi vivere, devi pagare impegni finanziari presi quando percepivi un buon stipendio: come fare? Inizi a vendere l’orologio, poi quei pochi oggetti in oro che ti erano rimasti, poi i mobili…poi …poi arriva la provvidenza, che non abbandona i combattenti. 
Un rappresentante sindacale in gita con la famiglia sulle nostre colline, ti incontra nel giardino dell’agriturismo dove eri andata a trovare i tuoi amici. Siete all’aperto e state parlando quando ti si blocca di colpo il respiro: a 500 metri un tizio stava facendo dei ritocchi con l’antiruggine su un cancello. Finisci in pronto soccorso con problemi anche al cuore.

Colpito da quanto successo, vuole conoscere meglio la situazione e si impegna fino a quando, grazie anche all’intervento di altre persone coscienziose, non si riesce a farmi riconoscere l’Inabilità al lavoro da parte dell’INPS.

La pensione arriva insieme ad una certa serenità. Dura poco perché, nel frattempo, viene a mancare mio padre e rimango sola in casa. Al di là dell’affetto mancante, non ho più chi mi va a fare la spesa, chi si occupa di sbrigare le pratiche presso gli uffici, chi fa per me quello che io sono impossibilitata a fare.

 

Nonostante tutto, non ho mai perso il sorriso. Sono un piccolo guerriero e la mia arma è il sorriso. 

Quando ti ritrovi in rianimazione, nuda come un verme e sola, capisci che solo dentro di te troverai a cosa aggrapparti. E allora risali la china e cogli la felicità dove altri non riescono più a vederla, accecati dagli stereotipi di felicità dettati da questa società.


Riscopri che il tempo è fatto di secondi, non solo di ore e li assapori uno per uno.

C’è chi, con i miei stessi problemi, si abbatte ritenendo tutto perduto e c’è chi, invece, reagisce con forza. Io ho scelto la seconda. In occasione del lock down nel 2020 il Comitato Oltre la MCS mi propone di far parte di un gruppo di lavoro con il Qigong , il gruppo "Sensibili in Movimento". 

Hanno trovato una favolosa insegnante, Laura, che pazientemente ci ascolta e ci segue ogni settimana, adeguando il programma degli esercizi in base alle nostre esigenze e caratteristiche.

Sono quasi quattro anni che seguiamo le lezioni, ma solo da poco meno di tre che li pratico con sempre maggior consapevolezza e assiduità e posso dire che la mia vita è cambiata.

Ad oggi, non posso entrare nei negozi o nei supermercati, non posso andare al ristorante al chiuso, uffici ecc. Pur vivendo in campagna, non posso uscire di casa perché sto male quando ci sono lavori di asfaltatura (anche a 5/6 km di distanza), quando fanno trattamenti chimici alle viti (settimanalmente x 3 giorni) ecc; le crisi ancora arrivano, eppure posso affermare che la situazione è migliorata.


Grazie al lavoro motorio costante, con esercizi che coinvolgono in modo preponderante, la sfera energetica, i crampi costanti alle mani sono spariti; le infiammazioni varie si presentano molto più raramente; è sparita la sensibilità ai denti e il loro sanguinamento; non mi ricordo di aver avuto un mal di testa; il sonno è migliorato. Prima verso sera ero già senza forze e non riuscivo nemmeno a rispondere al telefono; oggi sono un treno fino a quando mi metto a letto. 

Ovviamente non mancano i giorni “down”, ma sono sempre meno frequenti e poi non li vivo più in modo negativo: sono contrapposti ma anche complementari a quelli “up”.


Spesso mi ritrovo ad essere io a consolare persone “sane” e grazie alla nuova energia che scorre in me, sono diventata collezionista di giochi da tavolo, ho scritto un libro che pubblicheremo a breve, ho mille altri interessi, ma soprattutto, se la mente compromessa dalle esalazioni chimiche non mi farà scherzi, continuerò un percorso, iniziato quest’anno, di studio triennale riguardante l’arte del Qigong e la Medicina Tradizionale Cinese: nuovi orizzonti e nuove consapevolezze sono in arrivo.

 

Gianna